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Festeggiamo l’8 marzo celebrando la donna imprenditrice: un leggero calo non abbatte la potenza femminile

Un leggero calo per i numeri delle imprese femminili, rispetto ai dati dell’anno scorso (del -0,6%). Alla fine del 2023 il Veneto ha registrato 87.840 sedi d’impresa femminili attive, quinta regione in Italia dopo Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. Sul numero delle imprese attive in Veneto (421.977) una su cinque è femminile (il 21%). Oltre otto imprese femminili su 10, l’82%, vede la presenza esclusiva di donne nella governance come titolari, socie o amministratrici, per il 14% la presenza è forte (più del 60% di quote) e per il restante 4% maggioritaria (almeno la metà delle quote). Significativi anche i dati che fotografano le start-up innovative femminili, 105 in Veneto a inizio 2024: una su 10 è femminile.

Quali sono le caratteristiche di una donna imprenditrice? Abbiamo chiesto ad Elena Magello, rappresentante del Settore Servizi nel Comitato di imprenditoria femminile in Camera di Commercio per Confesercenti del Veneto Centrale, di descrivercela: “La donna che fa impresa è una donna con un sogno: un’idea che riceve la propulsione per la realizzazione dalla sua inarrestabile determinazione. La donna non improvvisa il suo cammino, ogni passo è una radice e un fondamento. Sono le competenze a fare la differenza, ma anche la capacità di prevedere e dedurre, di misurare e commisurare ogni passo ai reali bisogni dell’azienda. La cura rende la passione regolata e razionale, destinata a perdurare nel tempo. La donna imprenditrice non si accontenta, la donna imprenditrice è, alla pari, in grado di valorizzare sé e gli altri: fatturare sì, ma non a qualsiasi costo. La donna imprenditrice ha la volontà di costruire un’impresa e la pazienza di vederla nascere lentamente: sa aspettare e rispettare. La donna imprenditrice ha una filosofia dell’attenzione: verso gli altri e verso l’ambiente. Nella scala dei bisogni di Maslow l’autorealizzazione è al primo posto, tanto per gli uomini quanto per le donne: la parità è credere e difendere questa constatazione”.

Il commento di Nicola Rossi, Presidente di Confesercenti del Veneto Centrale: “L’imprenditoria femminile percorre una strada in salita, non possiamo negarlo. Tuttavia non sorge alcun dubbio: si tratta di una battaglia che combatteremo, al fine di normalizzare i dati e combattere ogni disparità. Il focus principale rimane quello di proporre iniziative che siano utili al superamento degli ostacoli che sorgono in società”.

La formazione per imprenditoria femminile rimane un’esigenza fondamentale, tanto a livello specialistico quanto a livello trasversale. Si chiama “Coco” il progetto di Cescot Veneto, finanziato dalla Regione del Veneto, che si pone come azione strutturata di empowerment e rafforzamento della condizione delle donne imprenditrici nella Provincia di Padova. L’obiettivo per il 2024 è quello di attivare e rafforzare la capacità di fare impresa delle lavoratrici padovane, attraverso azioni mirate allo sviluppo di competenze imprenditoriali, tecniche e trasversali: seminari, formazione e consulenze individuali saranno al centro della proposta. Per fare questo verrà creata e sviluppata una rete locale composta da istituti scolastici e università, associazioni di categoria, enti ed agenzie formativi, fondazioni e associazioni attive per la parità di genere.

Risultati sondaggio: lo stato di salute dell’imprenditoria femminile

Il sondaggio dell’Osservatorio Economico di Confesercenti del Veneto Centrale che ha coinvolto le imprese femminili della Provincia di Padova e Vicenza, vuole evidenziare quali sono i tratti distintivi tra la gestione, l’esperienza, i punti di forza, le criticità e l’attitudine dell’imprenditoria “rosa” padovana e vicentina che secondo i report delle CCIAA, conta complessivamente 17.801 sedi nella Provincia di Padova e un po’ meno di 16.000 nella Provincia di Vicenza. Continua a leggere

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Festa della donna, mimose: vendite in calo del 40%

Tra smart working e didattica a distanza crollano le vendite. Ma i commercianti confidano nel weekend. E c’è anche chi ha saputo reinventarsi. 

La crisi generalizzata, insieme ad altri fattori, limiterà in modo importante anche le vendite di mimose per l’8 marzo, festa della donna. Una ricorrenza che, insieme a San Valentino, rappresenta per le fiorerie l’occasione di maggiori vendite nell’arco dell’anno. Le associazioni di produttori florovivaisti stimano un calo del fatturato che oscilla, per quest’anno, fra il 35 e il 40%. Continua a leggere