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Bonus giovani e il Bonus donne. Novità del Ministero del Lavoro

Buone notizie: sono stati firmati gli attesi decreti ministeriali che attuano le misure previste dal Decreto Coesione. Vediamo quali opportunità si presentano per chi è alla ricerca di lavoro

Si prevede un’agevolazione differenziata, rispettivamente, nella ZES Unica e nel resto d’Italia, in particolare:

  • Bonus giovani: esonero contributivo del 100% dei contributi previdenziali, per un periodo massimo di 24 mesi e un importo massimo di 500 euro mensili a lavoratore, a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 lavoratori under 35 che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato, esclusi i rapporti di lavoro domestico e i rapporti di apprendistato.
    • Per le sole assunzioni effettuate nella ZES Unica, il valore massimo del bonus ammonta a 650 euro, ma è valido per le sole assunzioni effettuate tra 31 gennaio 2025 e 31 dicembre 2025.
    • Il bonus non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma è compatibile senza alcuna riduzione con la maxi-deduzione del 120% sulle nuove assunzioni, prevista dal d.lgs. n. 216/2023.

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  • Bonus donne: esonero del 100% dei contributi previdenziali, per un periodo massimo di 24 mesi e un importo massimo di 650 euro mensili a lavoratrice, a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. L’esonero è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi e ha un limite di 650 euro mensili per ciascuna lavoratrice, al netto dei premi INAIL.
    • Per le sole assunzioni effettuate nella ZES Unica, il bonus si applica all’assunzione di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi.
    • Per tutte le Regioni, invece, il bonus si applica all’assunzione di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi

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VICENZA, IN UN ANNO QUASI 3MILA ASSUNZIONI IN MENO

Un anno drammatico per l’economia vicentina, come dimostrano anche i dati sull’occupazione: calano le assunzioni in tutti i settori, e in particolare in quello di ricettività e ristorazione, che nella sola provincia di Vicenza contano 1.180 occupati in meno dal 2019 al 2020. Se è vero, infatti, che il numero assoluto di occupati non è sceso è pur vero che le assunzioni sono drammaticamente calate: quasi 3mila in meno in un solo anno. A fare la differenza non sono i licenziamenti, ma le mancate assunzioni. Negli ultimi anni la crescita era stabilmente intorno alle 6-8mila unità in più ogni anno, nel 2020 appena 2700. A soffrire di più, lo ripetiamo ormai da un anno, sono i settori legati al turismo e alla ristorazione. Quest’anno non ci sono state solo meno assunzioni, anche il saldo di occupati totali è negativo di quasi duemila unità. I dati regionali ci dicono anche i periodi in cui si registrano i contratti mancati: sono il secondo e il quarto trimestre. In altre parole, l’estate e il periodo di Natale, quelli che danno lavoro a moltissimi stagionali. Aggiungiamo che, secondo un’elaborazione dell’Osservatorio Economico Confesercenti, circa il 45% delle nostre imprese ha uno o più dipendenti in cassa integrazione.

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