Costo dei carburanti fuori controllo, l’allarme dei gestori: «stiamo perdendo il 30% dei clienti, per noi solo perdite»

Il costo della benzina supera l’1,7 euro al litro, quello del diesel è intorno all’1,6, mentre il metanoin molti distributori, è già passato da 90 centesimi ad oltre 2 euro al kg. Una situazione che, denuncia la Federazione Italiana Benzinai (Faib) Confesercenti del Veneto, non fa bene a nessuno.

Persi fino al 30% dei clienti

Volano i prezzi del carburante e la preoccupazione è unanime, tanto da parte delle famiglie (che in Veneto, ogni anno, destinavano a questa spesa circa 800 euro) quanto da parte dei gestori, che non hanno margine d’intervento. Anzi, con l’aumento dei costi fissi dovuti alla spesa di energia elettrica sono in continua perdita. Inoltre, l’aumento dei prezzi sta spingendo le persone a cercare altre soluzione, tanto che nei distributori si registra già un calo di clientela che arriva, in alcuni casi, al 30%.

«Negli ultimi mesi» spiega Flavio Convento, presidente della Federazione Italiana Benzinai (Faib) del Veneto «i prezzi della benzina sono saliti di circa 25 centesimi al litro. La motivazione, a mio parere, è semplicemente che sono stati chiusi alcuni pozzi e l’offerta è diminuita. Inoltre alcuni paesi emergenti stanno utilizzando più risorse».

Tutto questo, per i gestori, è solo un danno. «Siamo una categoria anomala» continua Convento «perché non abbiamo nessun potere decisionale sul prezzo finale del prodotto. I gestori, come è noto, applicano i prezzi raccomandati dai fornitori e, come i consumatori, hanno solo da perdere dagli aumenti, essendo il loro guadagno commisurato ai litri erogati. In particolare il nostro ricavo è pari a 2 centesimo e mezzo al litro, lordiindipendentemente dal costo del carburante. Aggiungiamo che in questo periodo pesano anche i rincari sulle spese fisse di energia elettrica. Spese che noi, pur non avendone l’intenzione, non avremmo comunque la possibilità di far pesare al cliente».

Chiesta l’apertura di un’indagine parlamentare

La situazione che si è venuta a creare non fa bene a nessuno: non all’ambiente, visto che molti possessori di auto a metano stanno scegliendo ora di tornare alla benzina, dati i costi del metano; non ai consumatori, che continuano a veder crescere la spesa per un bene pressoché essenziale; non ai gestori, che in questo contesto continuano a perdere introito e clienti.

La Faib Confesercenti nazionale ha già chiesto l’apertura di un’indagine parlamentare sull’andamento dei prezzi dei prodotti energetici. «Diversi esperti» conclude Convento prevedono un rientro della dinamica rialzista a partire dalla prossima primavera. È una prospettiva tremenda e di grande preoccupazione per gli automobilisti, per i cittadini, per le imprese e per la ripresa economica. Oggi più che mai le scelte in materia energetica devono essere plurali ed affidarsi alla neutralità tecnologica per il futuro».