La lotteria degli scontrini fatica a decollare

Attiva dall’inizio di febbraio, la lotteria degli scontrini si propone come mezzo per incentivare gli acquisti e in particolare l’uso del pagamento elettronico: insieme al cashback, è una delle azioni messe in campo dal Governo in questo senso.

Secondo la nostra indagine, che ha coinvolto circa 300 commercianti tra Padova e Vicenza, si tratta di uno strumento ancora non molto utilizzato, per diverse ragioni, ma i dati evidenziano anche, dal lato cliente, una curiosità ed un coinvolgimento crescente, che vanno di pari passo con le richieste di poter utilizzare la lotteria.

Il 60% degli esercizi non la utilizza, solo il 20% la propone

Dei commercianti coinvolti dal sondaggio emerge che l’ampia maggioranza (circa il 60%) ancora non utilizza la lotteria. All’interno del 40% di esercenti che invece la usano, poi, solo il 20% la propone ai clienti al momento del pagamento.
Questo, stando alle motivazioni riferite, si deve a diverse motivazioni: la più frequente è la perdita di tempo. Scansionare il codice a barre e inserire il numero di carta allunga i tempi del pagamento, e questo per molti si traduce in un intralcio sul lavoro, specie quando i clienti sono numerosi. In secondo luogo, è costoso: per usare la lotteria è necessario un aggiornamento del software di cassa, che ha un costo. E non tutti lo vogliono affrontare. Altri, più genericamente, non la ritengono un’iniziativa utile per la propria attività.

Un commerciante su 3 ha avuto richieste dai clienti

È ancora parziale anche la quota di clienti che conosce l’iniziativa e chiede spontaneamente di poterla utilizzare, anche se stando ai commenti si tratta comunque di un numero in crescita. Dall’inizio del mese scorso, quando quasi nessuno ne era a conoscenza, ora inizia ad aumentare il numero di chi, quando fa spese, richiede di poter utilizzare la lotteria. Segno che la notizia si è diffusa e che sta raccogliendo un certo interesse.

Per la maggioranza dei commercianti non è un incentivo alla vendita

I dati mettono in luce come, evidentemente, la maggioranza dei commercianti ritiene che la lotteria non sia un incentivo alla vendita, e quindi tempo perso. La questione del tempo impiegato per registrare il codice, infatti, è fondamentale: immaginiamo che ci voglia anche solo un minuto o poco più, se ho cento clienti vanno via quasi due ore. Questo viene evidenziato soprattutto da coloro che, per la natura della propria attività, hanno molti clienti che pagano, singolarmente, piccoli importi, dal bar al panificio. Il costo di questo strumento, quindi, non si calcola solo sull’aggiornamento del software ma anche in termini di risorse necessarie per un lavoro che diventa inevitabilmente più impegnativo. In più, questa nuova proposta arriva quasi contestualmente al cashback, che pure si sta dimostrando sempre più utilizzato.

Nicola Rossi, presidente della Confesercenti del Veneto Centrale:

«I dati mettono in luce come, evidentemente, la maggioranza dei commercianti ritiene che la lotteria non sia un incentivo alla vendita, e quindi tempo perso. La questione del tempo impiegato per registrare il codice, infatti, è fondamentale: immaginiamo che ci voglia anche solo un minuto o poco più, se ho cento clienti vanno via quasi due ore. Questo viene evidenziato soprattutto da coloro che, per la natura della propria attività, hanno molti clienti che pagano, singolarmente, piccoli importi, dal bar al panificio. Il costo di questo strumento, quindi, non si calcola solo sull’aggiornamento del software ma anche in termini di risorse necessarie per un lavoro che diventa inevitabilmente più impegnativo. In più, questa nuova proposta arriva quasi contestualmente al cashback, che pure si sta dimostrando sempre più utilizzato».

Flavio Convento, presidente della Confesercenti di Vicenza:

«L’indagine evidenzia che i commercianti vicentini non credono alla lotteria degli scontrini, temono sia solo una lungaggine inutile che disincentiva l’acquirente, una perdita di tempo. Capiamo bene l’importanza della lotta contro l’evasione fiscale, e apprezziamo gli sforzi fatti dalla pubblica amministrazione, ma non è questo il modo migliore. Il negoziante ha già moltissimi costi, l’adeguamento dei registratori di cassa è un’altra spesa che si somma a tutte le altre che in questo momento di difficoltà dovremmo evitare. Il commerciante ha bisogno di sentire il sostengo dello Stato in questo. Le attività commerciali, ora, hanno bisogno di questo».

 

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